Museo della Cartapesta

Lecce, dal dicembre del 2009, ha un Museo della Cartapesta, che suggella in modo permanente le virtù artistiche ed espressive di questa “fenomenale” attività artigianale.                                                     

Giunti nella Piazza d’Armi del Castello di Carlo V, dietro i possenti archi murari del corpo a settentrione, si accede al Museo allestito nella grande “galleria” a piano seminterrato (ex scuderie),  per poi proseguire nella suggestiva ex cappella di San Francesco e in alcuni vani a piano terra del settore orientale. 

La finalità di questa esposizione permanente non è solo mostrare le più significative opere di questa arte dell’effimero, ma anche quella di spiegare l’evoluzione e le ragioni storiche per cui Lecce, capitale del barocco, è diventata anche capitale della cartapesta.

Tutto nasce all’inizio del Settecento, per poi diffondersi e trovare il suo apice nel 1800, grazie all’estro creativo e all’abilità dei maestri cartapestai, che fecero fiorire tante botteghe in cui si creavano personaggi sacri, con fattezze tanto “vive” da indurre alla devozione anche il più scettico dei cuori. 

Scheletri rivestiti di carta, modellati con coltelli a fuoco, vestiti di drappi colorati, passati con il gesso, con mani e piedi di terracotta, esposti ad asciugare al sole che li illumina nel “labirinto d’oro” dei vicoli stretti del centro antico. Un procedimento che custodisce “segreti” di lavoro, grazie ai quali le fredde intelaiature acquistano man mano qualità artistica trasformandosi d’incanto in Santi.

Quest'arte affascinante, che utilizza solo materiali poveri (fil di ferro, paglia, carta, stracci, colla e gesso), incuriosisce molto il visitatore che, passeggiando nella città storica, si imbatte nelle poche botteghe che ancora mantengono viva questa tradizione, non rinunciando ad acquistare un piccolo esemplare.  

Il percorso espositivo nel Museo inizia con l’allestimento di una bottega, illustrando con quali materiali e strumenti rudimentali si passa dall’intelaiatura all’opera artistica, il tutto corredato da video, pannelli didascalici, ricostruzioni che spiegano la “magia” della cartapesta leccese. 

La maggior parte delle opere ha carattere pietistico-devozionale: madonne, angeli, crocefissi e tanti santi, commissionati per arredare chiese e conventi degli innumerevoli ordini religiosi che, spesso in concorrenza tra loro, ordinavano opere di statuaria sacra che esprimessero devozione e carità. 

Noti cartapestai sono emersi nella continuità maestro - discepolo: Pietro Surgente, soprannominato “Mesciu Pietru de li Cristi”, per la sua vasta produzione di Crocifissi  Antonio MaccagnaniAchille De LucreziGiuseppe Manzo e Luigi Guacci,  fino ai tanti del 1900 come Cesare Gallucci, Angelo Capoccia, Pietro Indino, Giuseppe Colella,  Antonio Malecore

Da non perdere

Il Museo espone circa 80 opere dei più famosi maestri cartapestai salentini ma anche di  artisti, ignoti coprendo un arco temporale che va dal XVIII secolo fino ad oggi. 

Nelle sale espositive nel settore est sono presenti opere di cartapesta di artisti contemporanei che, affascinati dalla sua adattabilità, hanno proiettato questa arte povera fuori dal sacro, passando dalla tradizione alla sperimentazione con oggetti di design apprezzati in tutto il mondo.  

Nel Museo sono esposte, accanto al “Crocifisso” del maestro Angelo Capoccia, le opere contemporanee dell’artista Lucia Barata, impegnata nella ricerca sulla produzione artigianale di carta riciclata e quelle di Emilio Farina che, reinterpretando l’antichità, crea suggestive installazioni artistiche.

Nell’ex cappella di S.Francesco è esposto “il Presepe”, costituito da variopinte figure in cartapesta realizzate nei primi decenni del 1900 da Luigi Guacci

Curiosità & aneddoti

Il controsoffitto settecentesco in cartapesta che copre l’intera navata della chiesa di S.Chiara rappresenta uno dei rarissimi esempi di copertura con questo materiale. Fu ideato dall’architetto “alla moda” dell’aristocrazia leccese Mauro Manieri, che diede impulso in città all’arte della cartapesta. L’opera, costituita da piccoli moduli tra loro assemblati, è il risultato di un lavoro che impegnò molte botteghe di artigiani. 

Il noto maestro cartapestaio Luigi Guacci nel 1897 fondò uno stabilimento di arti plastiche, che raccoglieva circa 80 discepoli apprendisti. Una novità furono le “bambole di cartapesta con gli occhi di cristallo”, premiate in molte esposizioni,  che venivano spedite in tutto il mondo.

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